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Racconti dal carcere

In rosso sono segnalati i vincitori del premio letterario goliarda sapienza “racconti dal carcere”
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Il tempo degli scugnizzi
di Ciro Mariano

3° classificato
per la più intensa riflessione interiore

…il vero protagonista della vicenda non sono io, ma i ragazzi dei vicoli di Napoli, gli scugnizzi.
Una razza estinta nell’indifferenza generale e che nessuno ha mai avuto la sensibilità di ricordare. Eppure, questi figli del popolo, anche se un po’ lazzaroni, erano parte della storia di Napoli. Inoltre, non meno trascurabile, erano fatti di carne e ossa, come tutti gli esseri umani.
Il mio nome è ben conosciuto nell’ambiente malavitoso napoletano, sono schedato come capo storico dell’omonimo clan Mariano, meglio noto come “’o Picuozzo”.
(…)
Tutto ebbe inizio tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Voce Carcere annunciava che si stava costituendo una consorteria criminale denominata NCO: Nuova Camorra Organizzata.
(…)
Devo precisare che i propositi erano assai accattivanti, specialmente per i giovani che orbitavano nell’ambiente malavitoso. La parola d’ordine che li affascinava era “Napoli ai napoletani”, cioè uscire dal dominio degli Stranieri. Proprio così, c’erano gli Invasori che, appoggiati da pochi infedeli, facevano di Napoli un porto di mare, spadroneggiando sulle attività lecite e illecite, come il contrabbando di sigarette, molto ambito per l’enorme giro di denaro e il grande guadagno. Questo diede inizio alla guerra del poveri.
(…)
I “cani e porci” diventarono dalla sera alla mattina “uomini d’onore” che si pavoneggiavano al grido di battaglia “o con noi o contro di noi”. In spregio ai morti. Così ebbe inizio l’epurazione, con centinaia di morti ammazzati. Non c’era giorno che per le strade di Napoli e provincia non si sparasse, lasciando sul selciato il cadavere intriso di sangue di qualche figlio di mamma, colpevole solo di voler rimanere un semplice scugnizzo senza vincoli né padroni, soprattutto deciso a non macchiarsi le mani di sangue in una guerra fratricida che non gli apparteneva.
(…)
Per tutti quelli che hanno la memoria corta, in quel periodo c’è stata la “ricostruzione”, con grandi appalti (un fiume di denari) che sono andati anche ad arricchire e rafforzare il sodalizio criminale. Questa è cronaca. Un altro significativo evento che contribuì alla crescita della Nuova Camorra Organizzata fu il sequestro a opera delle Brigate rosse dell’assessore democristiano Ciro Cirillo. Questo consentì ai camorristi di camminare con il “lasciapassare” in tasca, che li metteva al riparo da eventuali controlli di polizia, e dava loro accesso alle carceri, dove si concordavano strategie e alleanze, interessi economici, favori da fare – soprattutto da pretendere –, e inoltre si predisponeva il trasferimento dei detenuti da una prigione all’altra qualora ce ne fosse stata la necessità.
Nel frattempo, il gruppo che si contrapponeva alla Nuova Camorra Organizzata, cioè la Nuova Famiglia, prendeva corpo e incominciava a espandersi sul territorio, collocando in ogni quartiere della città i suoi responsabili. La parola d’ordine era sempre “O con noi o contro di noi”. Cambiano i suonatori, ma la musica è la stessa.
Da questo momento in poi non è un’altra storia, ma la storia.

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