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Racconti dal carcere

In rosso sono segnalati i vincitori del premio letterario goliarda sapienza “racconti dal carcere”
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Le parole mai dette
di Mario Merolla

3° classificato
per la descrizione più suggestiva della vita in carcere

Vi presento Monaco, mio amico per soli sei mesi e basta.
(…)
Quella sera si presentò con un sorriso che un po’ ci lasciò offesi; in carcere, in cella, non ci si presenta così!
(…)
Son tanti anni che non vivo più a Poggioreale e immagino che in quei posti nulla sia cambiato da allora, specie le leggi. Leggi più vecchie di quelle mura, uniche testimoni di come possa esser pericoloso per chiunque infrangerle in qualsivoglia maniera. (…) leggi che non stanno scritte da nessuna parte, com’è giusto credere non sia mai esistito un giorno a partire dal quale i detenuti abbiano deciso di obbedire e rimettersi a queste leggi; fatto sta che a Poggioreale non ti si avverte di niente e ti si punisce su tutto, a patto che non si sia capaci di indovinare tutto da soli o farsi istruire da un compagno di cella. Ed è quel che capitò a Monaco quella sera: che al rito dell’accoglienza si aggiunse un’attenta, ampia premessa sulle prescrizioni esclusive di Poggioreale, fatta e data a voce dal suo compagno di cella, il migliore, come starete a vedere, a rendergli la vita impossibile.
Costui gli si sedette accanto e così prese a dirgli: «Il nostro numero è fissato a undici detenuti, dodici compreso te, e siamo persuasi che in altre celle della stessa metratura ne stipano un numero uguale e in altre anche un numero maggiore. Lo spazio è quello che è e il tempo pare non essere sempre così rapido nello scorrere. Perciò, sappi che in queste condizioni bisogna vivere e convivere. Qui con noi starai bene, vedrai, starai meglio se fai tue le raccomandazioni mie che oggi ti consegno, e giungerai sano e salvo al tuo fine pena.»
(…)
«Piace aggiungere, carissimo, che dormirai sulla terza branda montata a mezzo metro dal soffitto e potrai far la doccia tutti i giorni, ovviamente con acqua fredda; quella calda viene erogata una sola volta alla settimana, o meglio sarebbe dire, veniva erogata un solo giorno alla settimana. Non lagnarti per questo! Ci sono stati momenti peggiori, giorni in cui pure quella fredda veniva erogata una sola volta ogni sette giorni.»
(…)
Dovete sapere infatti che Monaco, nonostante chinasse sempre il capo a dir di sì a ogni raccomandazione che quello gli sgranellava, mostrando di aver compreso alla lettera il pensiero del suo compagno di cella, fin da subito fece tutto il contrario di quello che gli venne, per così dire, imposto.
(…)
Una notte venni svegliato dal mio sonno da uno dei nostri che m’invitava gentilmente a seguirlo nello stanzino dove ad attendermi c’erano quasi tutti i compagni di cella. Non credetti ai miei occhi: una riunione abusiva nel cuore della notte per celebrare un processo illegale contro Monaco, per quell’occasione lasciato al suo riposo.
(…)
Non osai opporre resistenza a quei ragionamenti da agguerriti. Piuttosto, Poggioreale a me sembrava una sosta obbligata per tutti quelli che, come me, poco sapevano di legge, e allo stesso modo forse la legge interessava poco a tutti quelli che finivano a Poggioreale.
(…)
«E, a proposito, come credete di farlo fuori?» chiesi a lor signori.

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