IL GIARDINO DI CEMENTO ARMATO
Racconti dal carcere
a cura di Antonella Bolelli Ferrera

In rosso sono segnalati i vincitori del premio letterario goliarda sapienza “racconti dal carcere”
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Brani da racconto: Una gita fuori porta
di Alex Free

Il viaggio sarebbe stato lungo, diceva la mamma, dovevano andare in un posto vicino a Caserta.
Giovannino già fantasticava nella sua testa: cose belle da vedere, la stazione con tante persone, il carrettino di cose buone da mangiare..
Sarebbero dovuti partire il mercoledì e avrebbero incontrato il papà il giorno dopo.
“Mamma, ma non stiamo con papà anche sabato e domenica?”
“Non si può, papà lavora”.
Giovannino pensava che il papà non gli parlava mai di lavoro e ora, all’improvviso, eccolo che lavorava anche di sabato e domenica. …qualcosa non gli quadrava. Caserta, però, lo faceva fantasticare.
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Il viaggio sarebbe durato due giorni e una notte.
Si parte da Trapani per Messina, treno con cuccetta fino a Napoli. A Napoli si cambia, altro treno fino a Caserta e da Caserta bus fino a Carinola. Ecco il programma.
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Carinola: campagne, strade sterrate, inferriate, alte mura di cinta fatte di cemento armato e garitte.
Mamma e bambini entrano nel penitenziario e, dopo aver compiuto i controlli, vengono accompagnati in una grande stanza per incontrare il papà. C’è un bancone così largo che quasi impedisce l’abbraccio tanto sognato. “Papà, ma tu sei in carcere?”.
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Passano un paio d’ore, il tempo è finito. Inizia il viaggio di ritorno. E ora al rovescio il taxi, i treni, i paesaggi scuri e qualche lampione e poi a casa.
Venerdì Giovannino non riesce ad andare a scuola per la stanchezza. In treno, faceva finta di dormire, ma ripensava al suo papà, a quella specie di abbraccio, a quella risposta vaga e alla delusione di quel viaggio.
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