ALL’INFERNO FA FREDDO
Racconti dal carcere
a cura di Antonella Bolelli Ferrera

In rosso sono segnalati i vincitori del premio letterario goliarda sapienza “racconti dal carcere”
Rai Eri / Tutti i diritti riservati

Brani da racconto: La lunga strada verso casa
di Michele Maggio

(…)
Nonostante gli anni, l’uomo si era tenuto in forma: alto e muscoloso, dimostrava meno della sua effettiva età ed era ancora bello. Dannatamente bello.
(...)
Arrivò il momento di andare.
All’uscita del carcere una guardia piuttosto giovane, forse per darsi un tono con i colleghi lo salutò ironicamente: “Ehi, Dillinger, arrivederci a presto, eh!”
I loro sguardi s’incrociarono, il poliziotto si irrigidì e deglutì vistosamente finché un agente più anziano e più furbo lo trascinò via per un braccio.
(…)
IL RAGAZZO
Il Toro aveva quasi finito di espletare i suoi bisogni quando fu sorpreso alle spalle da un rumore fin troppo famigliare. Era il click del cane di una Smith & Wesson 38 che veniva tirato indietro e armava il revolver pronto a sparare.
“Umf” bofonchiò serio “solo tu potevi sorprendermi alle spalle in questo modo.” E aveva ragione.
“Hai quel cazzo di dono. Non ti fai sentire. Come i topi. Scorrazzi qua e là senza farti sentire.”
Il ragazzo se ne stava lì, in silenzio, ben ritto sulle gambe con il braccio teso, la mano ferma e una sicurezza che non erano tipici di un quattordicenne, nemmeno per gli standard della città.
“Sei venuto a vendicare la mammina, stronzetto? Lo sai che è stato un incidente, vero?” Il Toro avanzò di un passo verso il ragazzo.
(…)
IL VECCHIO
Il vecchio era come al solito all’interno della sua villa-fortezza.
“Il Toro è morto, Secco. L’Ebreo o il Turco?” ricominciò il vecchio.
L’Ebreo e il Turco erano gli altri pretendenti al trono della città. La morte del Toro poteva essere una dichiarazione di guerra da parte di uno dei due. O di entrambi.
“Né uno, né l’altro qualcosa di personale?”
“Come fai a dirlo?”
“Più di una sensazione, diciamo”
(…)

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