ALL’INFERNO FA FREDDO
Racconti dal carcere
a cura di Antonella Bolelli Ferrera

In rosso sono segnalati i vincitori del premio letterario goliarda sapienza “racconti dal carcere”
Rai Eri / Tutti i diritti riservati

Brani da racconto: Vivo o morto
di Giulio

In una notte scura, in cui si vedevano solo le stelle, io e altre persone che non avevo mai conosciuto, abbiamo iniziato il nostro viaggio.
Io ero il più piccolo di tutti, avevo 14 anni, ero accompagnato da mio zio. Siamo entrati nell’acqua, che mi arrivava fino al collo. Abbiamo cominciato a salire sulla barca a uno a uno, c’era troppo freddo, mi si sono ghiacciati i piedi, camminavo e neanche li sentivo.
(…)
Ho lasciato tutti, per non essere più lasciato da qualcuno.
Lentamente ci siamo avvicinati alla terraferma. Mi sono messo di fianco al capitano e ho visto, di lontano, la Guardia Costiera che stava arrivando verso di noi. Era l’aiuto che aspettavamo. “Ce l’abbiamo fatta!”, ero felice, anche perché il mare aveva cominciato ad agitarsi e la nostra barca si muoveva pericolosamente a destra e a sinistra. Le altre persone si sono messe a gridare “Aiuto! Aiuto!”. Era l’unica parola che sapevano dire.
(…)
Dopo molte ore siamo entrati in un centro, dove c’erano tanti altri ragazzi che avevano soldi, sigarette e cibo. Un sogno. Io e mio cugino mangiavamo sempre pasta e pane, senza dimenticare di ringraziare Dio, per questo. Purtroppo, però, quel centro diventò presto un inferno, chi si tagliava, chi litigava… Alcuni di noi furono trasferiti. Ricordo che durante il tragitto avevo paura, sentivo dei rumori strani in testa.
(…)

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